Le richieste dei consumatori sull'origine degli alimenti e sui metodi di produzione sono aumentate significativamente negli ultimi anni, con un crescente gradimento per gli alimenti locali.    Un numero crescente di studi sta analizzando le preferenze dei consumatori per gli alimenti locali e biologici, con risultati che suggeriscono che i consumatori tendono a valutare i prodotti alimentari locali rispetto a quelli biologici.   Questo studio ha condotto un esperimento sul campo in Italia, utilizzando un esperimento di scelta reale (RCE), per esplorare la valutazione dei consumatori per la salsa di mele prodotta localmente e biologica e per indagare le preferenze e la disponibilità a pagare (WTP) dei consumatori per gli attributi degli alimenti locali e biologici.   In particolare, esplora il ruolo dei tratti della personalità sulla valutazione da parte dei consumatori di specifici attributi del prodotto, in particolare quelli riguardanti l'origine e i metodi di produzione.   Utilizzando la scala MIDI (Midlife Development Inventory) per rilevare la personalità degli intervistati, ci si è focalizzati sui tratti di personalità “Big Five”: apertura all'esperienza, coscienziosità, estroversione, gradevolezza e nevroticismo, spesso indicati con l'acronimo OCEAN.    I risultati suggeriscono che i consumatori sono disposti a pagare un supplemento sia per gli attributi locali che per quelli biologici, con una disponibilità a pagare il prezzo più alto per la salsa di mele biologica.   È stato inoltre osservato che i tratti della personalità possono influenzare i comportamenti di scelta degli individui riguardo ai prodotti locali o biologici.    Gli intervistati con una personalità più attenta tendono a scegliere con maggiore probabilità la salsa di mele prodotta localmente, mentre è meno preferita dalle personalità più estroverse.   Questo risultato ha implicazioni per i professionisti che elaborano strategie di marketing.   Si suggeriscono aree di ricerca future.  

Link all'articolo

L'interesse per i prodotti alimentari con caratteristiche e certificazioni ecologiche è cresciuto nei Paesi industrializzati. I cosiddetti prodotti "sostenibili" da un punto di vista ambientale, come quelli biologici, sono spesso percepiti dai consumatori come poco processati, coltivati in modo naturale e più sani rispetto ai prodotti alimentari convenzionali. Inoltre, i consumatori richiedono sempre più spesso prodotti pronti al consumo, soprattutto negli ambienti urbani, dove lo stile di vita moderno tende a limitare il tempo a disposizione. Comprendere il comportamento pro-ambiente dei consumatori di cibi pronti è particolarmente sfidante perché spesso emerge una contraddizione tra l'intento ecologico e i vincoli di tempo imposti dallo stile di vita nelle grandi città. Questo studio si propone di indagare le determinanti che influenzano l'intenzione di acquisto dei consumatori, analizzando il ruolo della fiducia dei consumatori sull'intenzione di acquisto di prodotti agricoli di quarta gamma con caratteristiche eco-compatibili.. I risultati confermano l’importanza del grado di fiducia dei consumatori, questo influisce positivamente sull'acquisto di cibi pronti con caratteristiche ecologiche e riduce invece le preoccupazioni dei consumatori riguardo alle pratiche agricole in relazione all'impatto sull'ambiente e sulla salute.

Link all'articolo

Di recente è emersa la preoccupazione dell'opinione pubblica per gli aspetti ambientali e sociali della produzione alimentare, compresa la produzione ittica. Questo ha portato a iniziative di Responsabilità Sociale d'Impresa (RSI), con cui le aziende integrano volontariamente le preoccupazioni sociali e ambientali nelle loro operazioni commerciali; al giorno d'oggi la maggior parte dei produttori e dei lavoratori alimentari è impegnata in alcune forme di RSI.  I consumatori di pesce sono sempre più sensibili a fattori quali la conservazione dell'ambiente, l'origine del prodotto, la salvaguardia delle comunità rurali e i diritti dei lavoratori. Questo studio analizza le preferenze dei consumatori in relazione alla responsabilità ambientale e sociale e analizza i diversi standard di etichettatura esistenti per il tonno in scatola, valutando gli effetti delle informazioni sulla RSI sul prezzo di mercato e sulle scelte dei consumatori. I risultati mostrano che i consumatori preferiscono prodotti sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale evidenziando anche che i prodotti con certificazioni ambientali hanno un prezzo più alto rispetto ai prodotti non certificati, mentre quelli con certificazioni sociali hanno un prezzo simile a quello dei prodotti normali. Per quanto riguarda la scelta dei consumatori, il tonno in scatola con certificazioni è preferito ai prodotti non certificati, con una disponibilità a pagare simile per entrambi i tipi di certificazioni. La disponibilità a pagare sembra aumentare con il reddito e diminuire con l'età.   Da questi risultati si possono trarre implicazioni manageriali e politiche, come l'importanza degli attributi del prodotto per le strategie di mercato e la determinazione dei prezzi, il ruolo delle certificazioni nella scelta dei consumatori e l'importanza di aumentare la comprensione da parte dei consumatori delle certificazioni legate alla RSI.

Link all'articolo

La popolazione mondiale continua a crescere rapidamente, così come la domanda di prodotti agricoli, con un crescente uso della tecnologia per aumentare la produttività delle colture. Una tecnologia sempre più utilizzata è la tecnica idroponica, in cui le piante vengono coltivate senza terra e le sostanze nutritive vengono somministrate tramite l'acqua. Operazioni idroponiche ben gestite possono avere diversi vantaggi: riduzione dell'uso dell'acqua, localizzazione delle unità anche in climi sfavorevoli, riduzione dei tempi di transito e della perdita di nutrienti durante la spedizione e nessun bisogno di pesticidi.   Le recenti controversie sull'inclusione delle colture idroponiche nel programma biologico del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) hanno evidenziato l'incertezza sulla commercializzazione delle colture idroponiche, ma non è ancora chiaro come i consumatori percepiscano e valutino la produzione idroponica.    Questo studio ha utilizzato un esperimento di scelta non ipotetico per stimare la disponibilità a pagare (WTP) dei consumatori per la lattuga idroponica e tradizionale, sia con che senza certificazione biologica, e per fornire una prospettiva per le decisioni politiche e di marketing sull'inclusione delle colture idroponiche nel programma biologico. I risultati suggeriscono che l'opinione dei consumatori sulla coltivazione idroponica è ancora relativamente nuova e può essere facilmente influenzata. Da un punto di vista di politiche, i risultati suggeriscono che la maggior parte dei consumatori è indecisa sull' inclusione della coltura idroponica nel programma biologico.    Esporre i consumatori a diversi tipi di informazioni sull'idroponica influisce significativamente sulla formazione delle preferenze dei consumatori. Mentre le opinioni sull'idroponica biologica si sono orientate positivamente quando sono state fornite informazioni aggiuntive, l'effettiva WTP per l'idroponica è rimasta neutra, con l'interazione tra gli attributi biologici e idroponici che è rimasta non significativa. I risultati suggeriscono che il Programma Nazionale per il Biologico dovrebbe prendere in considerazione modi per garantire la stabilità dei premi per il biologico, in funzione dell'evoluzione delle percezioni sull'idroponica.   Vengono suggeriti percorsi di ricerca futuri.   

Link all'articolo

Le recensioni online sono emerse come strumento cruciale di marketing per i settori dell'ospitalità e del turismo, influenzando in modo significativo i tassi di occupazione delle camere, il valore medio delle prenotazioni e la disponibilità a pagare dei consumatori; pertanto, svolgono un ruolo critico in termini di vendita di servizi e prodotti. Questo articolo esplora l'intersezione tra le recensioni online e la responsabilità sociale d'impresa (CSR), in particolare come i consumatori percepiscono e valutano gli elementi di CSR nelle loro esperienze di servizio, dal momento che i consumatori utilizzano le recensioni come strumento per interagire con i loro pari, non solo per valutare la propria esperienza di soggiorno, ma anche per esprimere le proprie opinioni sull'attenzione di un hotel alle questioni ambientali e sociali. Analizzando oltre 480.000 recensioni di hotel su TripAdvisor dal 2006 al 2016 in sei grandi destinazioni europee, i risultati rivelano che, mentre i consumatori sono sempre più attenti alle questioni sociali, nelle loro recensioni esprimono emozioni più positive verso i temi ambientali. Le recensioni che enfatizzano gli aspetti ambientali sono correlate a rating più alti, mentre quelle che si concentrano sulle dimensioni sociali tendono a suscitare sentimenti negativi e valutazioni inferiori. Ciò suggerisce che gli ospiti danno priorità alle considerazioni ambientali quando valutano la loro esperienza complessiva, anche se le questioni sociali sono più frequentemente riportate nelle recensioni negative. La ricerca indica che gli hotel devono migliorare le loro strategie in materia di responsabilità sociale, inclusala comunicazione sulle iniziative di CSR. Sebbene la consapevolezza dei consumatori sulle attività di CSR sia cresciuta dal 2006, rimane limitata, evidenziando la necessità di un maggiore coinvolgimento degli ospiti su questi temi. Gli albergatori dovrebbero sfruttare le recensioni online non solo come meccanismi di feedback, ma anche come approfondimenti sulla percezione della CSR da parte dei consumatori, in modo da orientare i miglioramenti nella fornitura dei servizi e nelle pratiche di sostenibilità.  

Link all'articolo

La produzione agricola contribuisce in modo significativo alle emissioni di gas a effetto serra (GHG) e ai cambiamenti climatici. Di conseguenza, sono stati sviluppati diversi interventi politici per promuovere comportamenti sostenibili, come le tasse ambientali (ad esempio, le tasse sul carbonio), o l'etichettatura dei prodotti, come "biologico" o "amico degli animali", o anche le etichette dell'impronta di carbonio, sebbene relativamente meno esplorate. Entrambe le misure mirano a incentivare i consumatori a preferire prodotti con una minore impronta di carbonio, al fine di promuovere un comportamento di consumo sostenibile dal punto di vista ambientale. Per verificare la reattività dei consumatori di vino agli stimoli dell'impronta di carbonio è stato condotto un esperimento in un ristorante incentrato sulle decisioni sul vino. Le carte dei vini sono state modificate per fornire diverse informazioni e incentivi di prezzo per verificare gli effetti delle informazioni sull'impronta di carbonio e del prezzo aggiuntivo per le emissioni di carbonio.  I risultati mostrano che le informazioni sull'impronta di carbonio da sole non sono sufficienti a influenzare le scelte di vino, ma diventano significative quando vengono combinate con una variazione di prezzo. Mostrare l'impronta di carbonio delle bottiglie di vino e aumentare proporzionalmente il prezzo del vino ha portato a scelte di vino a minore emissione di carbonio. Tuttavia, quando sono state rese esplicite le informazioni sul prezzo aggiuntivo per compensare le emissioni del vino, si è osservato un aumento della scelta di vini a più alta emissione di carbonio. Questo risultato indica che il modo in cui l'aumento del prezzo viene presentato può influenzare le scelte di vino, evidenziando l'importanza di un'attenta progettazione delle politiche di informazione.

Link all'articolo

Ricerche suggeriscono che le persone ricorrono al loro sentimento generale verso gli oggetti per fare deduzioni sulle loro caratteristiche oggettive, senza essere necessariamente consapevoli dell'origine di tali deduzioni.  Generalmente, l'effetto alone  è positivo (la presenza di una caratteristica positiva porta all'attribuzione di altre caratteristiche positive), mentre l'effetto corno si verifica quando la valutazione di un oggetto è influenzata da un attributo negativo. Riguardo al cibo, è stato dimostrato che la semplice presentazione con un'etichetta di un alimento influenza la valutazione di caratteristiche alimentari non correlate e che molti dei fattori che determinano le scelte alimentari sono legati al modo in cui il cibo è stato prodotto e lavorato. Quando un prodotto è realizzato in modo tradizionale, gli individui gli attribuiscono attributi positivi, come la salute e il gusto, che vanno al di là delle proprietà oggettive specifiche della produzione, mentre alcuni consumatori mostrano atteggiamenti negativi nei confronti degli alimenti processati e industrializzati e scetticismo nei confronti delle nuove tecnologie di trasformazione degli alimenti.  Questo studio indaga il ruolo degli attributi dei prodotti alimentari sulle scelte dei consumatori, concentrandosi su diversi processi di produzione del formaggio, etichettati come "tradizionali" o "industriali", e mira a documentare un nuovo effetto alone (positivo) dell'etichetta tradizione rispetto a un effetto corno (negativo) dell'etichetta industriale sulle percezioni implicite ed esplicite di salute e gusto di un prodotto alimentare.  I risultati hanno mostrato un effetto alone da tradizione e un effetto corno da industriale sulle percezioni esplicite di gusto e salute. Le percezioni implicite di salubrità sembrano dipendere in qualche misura da valori pro-ambientali. I risultati suggeriscono che gli alimenti a marchio tradizionale dovrebbero essere introdotti nei supermercati convenzionali invece di investire nell'apertura di nuovi negozi specializzati.

Link all'articolo

Nel settore del vino, gli atteggiamenti e le preferenze dei consumatori sono in continua evoluzione e creano tendenze. Quando si tratta di scegliere il vino, i consumatori prendono sempre più in considerazione una moltitudine di attributi, come le diverse occasioni o il rispetto dei valori personali.   In questo contesto, due aspetti giocano un ruolo crescente nelle scelte dei consumatori: le iniziative legate alla sostenibilità e le specificità dell'origine del vino.   Il presente studio indaga le preferenze dei consumatori nei confronti di queste due principali serie di attributi legati alla sostenibilità - quando espressa attraverso le indicazioni sul carbonio - e al territorio.    La ricerca utilizza un esperimento di scelta su 982 giovani consumatori italiani, per spiegare meglio le preferenze dei consumatori e la disponibilità a pagare (WTP) per i vini con etichette che riportano indicazioni sulle emissioni di carbonio e sul territorio.   I risultati mostrano che, anche se le giovani generazioni tendono a essere più “verdi”, la tutela dell'ambiente non è il principale fattore di scelta, che è principalmente influenzata dall'ambiente sociale e da attributi del prodotto come il prezzo.    L'indicazione di sostenibilità non sembra avere abbastanza forza per influenzare la scelta del vino da parte dei consumatori e risulta più attraente solo per gruppi specifici.   L'analisi ha evidenziato che l'etichetta sulla riduzione delle emissioni di carbonio è il tratto meno preferito, mentre le indicazioni sul territorio sono più importanti per le decisioni dei consumatori.   Gli intervistati sono stati guidati nelle loro scelte da indicazioni sul territorio espresse attraverso informazioni testuali e contenuti visivi.  Scarsa importanza è stata attribuita ai nomi dei marchi.   Questi risultati suggeriscono che le aziende vinicole italiane, quando elaborano strategie di marketing e comunicazione, dovrebbero rafforzare il loro legame con l'origine. Comprendere le preferenze dei loro target di consumatori è un passo fondamentale per garantire strategie di marketing efficaci.    Sono suggerite ulteriori opportunità di ricerca.  

Link all'articolo

La ricerca sta prestando sempre più attenzione al lato dei consumatori degli sforzi di sostenibilità, in particolare al cibo sostenibile, a causa della sua riconosciuta importanza per lo sviluppo sostenibile e dell'alto livello di emissioni create dal settore alimentare.   È importante capire come la conoscenza sugli alimenti sostenibili contribuisca a formare il comportamento dei consumatori. I media, ad esempio, svolgono un ruolo di intermediari, selezionando e diffondendo informazioni per sensibilizzare l'opinione pubblica su questioni specifiche e possono così plasmare le opinioni e i comportamenti delle persone. Pertanto, analizzare come i media selezionano e presentano le informazioni è estremamente importante per comprendere il comportamento dei consumatori in relazione agli alimenti sostenibili.   Questo studio analizza il discorso sul consumo alimentare sostenibile nei principali quotidiani nazionali di quattro Paesi europei (Italia, Germania, Norvegia e Romania, tutti diversi per sviluppo economico ed ecologico) e cerca di rispondere a quesiti riguardanti i temi principali del discorso sugli alimenti sostenibili e le eventuali differenze tra questi Paesi.   A tal fine, sono stati selezionati i tre quotidiani nazionali più diffusi ed influenti di ciascun Paese, conducendo uno studio longitudinale di articoli pubblicati in un arco di cinque anni.   L'analisi ha rivelato un'evoluzione del dibattito mediatico per quattro dimensioni della sostenibilità (“umana”, “sociale”, “ambientale”, “economica”) in tutti e quattro i Paesi.  I risultati mostrano che, nonostante le differenze tra i discorsi dei media sugli alimenti sostenibili, esiste una concezione comune del tema in tutti i Paesi analizzati.    La copertura mediatica sull'argomento dovrebbe essere considerata un mezzo utile per comunicare con la massa e rispondere alle sue preoccupazioni. Per le aziende, una migliore comprensione della percezione dei consumatori in merito agli alimenti sostenibili può aiutare a sviluppare strategie di marketing e comunicazione, mentre i politici possono utilizzare le tendenze dei media per orientare l'opinione pubblica e sviluppare politiche alimentari verso una direzione più sostenibile.  

Link all'articolo

Lo studio indaga la relazione tra recensioni online con contenuto "green" e rating (i.e. customer satisfaction), considerando la moderazione della cultura ambientale del consumatore. La ricerca impiega un'analisi di regressione lineare e logistica su un dataset di 45.000 recensioni di TripAdvisor pubblicate da consumatori di oltre 150 paesi. I risultati mostrano come le recensioni dove i clienti discutono di tematiche ambientali (i.e. green eWOM) sono associate a rating più elevati, e quindi a consumatori maggiormente soddisfatti. La cultura ambientale dei consumatori, inoltre, modera positivamente tale relazione, evidenziando il ruolo del paese di origine dei consumatori nel plasmare green eWOM. 

Link all'articolo

L'interesse dei consumatori per l'economia circolare è riconosciuto come un fattore determinante per la transizione da un paradigma lineare a uno circolare.  I prodotti circolari (Cps) sono quelli progettati e realizzati appositamente per favorire la loro longevità, il loro riutilizzo e il ricircolo delle risorse. Soprattutto i giovani consumatori (la Generazione Z) sono sempre più informati e sensibili alla responsabilità ambientale e sociale e quindi più attenti allo spreco di risorse. Mentre i comportamenti della Gen Z e la loro particolare sensibilità e propensione per i prodotti ecologici sono stati esplorati dalla letteratura recente, la ricerca che esplora i comportamenti specifici della Gen Z verso i prodotti circolari rimane scarsa.  Questa ricerca esplora il comportamento dei consumatori della Gen Z nel contesto dell'economia circolare (Ce). Basandosi sulla teoria della coorte generazionale (Gct), lo studio indaga in che misura la percezione dei prodotti circolari (Cps) da parte dei Gen Z e il livello della loro coscienza ambientale influenzino la loro propensione ad adottare comportamenti circolari.  Lo studio analizza le risposte ai sondaggi web provenienti dalle piattaforme di social media. I risultati mostrano una relazione positiva tra la percezione dei prodotti circolari da parte dei Gen Z e i cicli di rallentamento e intensificazione, mentre la coscienza ambientale è positivamente correlata ai cicli di dematerializzazione e rallentamento.

Link all'articolo

La crescente domanda globale di prodotti di origine animale e il suo grande impatto ambientale richiedono urgenti strategie politiche e gestionali.  La domanda di prodotti animali raddoppierà entro il 2050 e il contributo del settore alle emissioni antropiche di gas serra (GHG) rappresenta il 14,5% delle emissioni globali. Inoltre, la produzione di bestiame ha la più grande impronta di carbonio, azoto e acqua del settore alimentare.  Per quanto riguarda il consumo di carne, le azioni possibili includono la sua riduzione e l'orientamento dei consumatori verso scelte di carni più sostenibili. L'obiettivo dello studio è indagare i fattori determinanti che influenzano i consumatori di carne nella loro intenzione di acquistare carne bovina chiaramente etichettata come eco-compatibile.   I risultati evidenziano che i consumatori di carne bovina sono propensi a cambiare le loro abitudini, a favore di scelte di carne più sostenibili. Inoltre, insieme agli atteggiamenti dei consumatori, alle norme sociali e al controllo comportamentale percepito, la fiducia istituzionale e le abitudini di acquisto giocano un ruolo importante nell'attivare il processo decisionale cognitivo del consumatore verso una carne bovina più sostenibile. I risultati si aggiungono alla letteratura sulle determinanti delle scelte alimentari verdi e introducono nuovi spunti di riflessione sul ruolo della fiducia istituzionale nell'intenzione di acquistare carne bovina etichettata con uno standard pubblico. I risultati evidenziano che occorre prestare particolare attenzione alla creazione di fiducia nelle istituzioni pubbliche per promuovere comportamenti di consumo alimentare sostenibile.

Link all'articolo

Non solo i governi nazionali e le istituzioni globali, ma tutte le imprese sono chiamate a integrare la sostenibilità nelle loro pratiche di gestione, comprese le piccole e medie imprese (PMI).   Questa ricerca esamina il ruolo cruciale delle PMI nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite attraverso partnership strategiche. Le PMI, che rappresentano il 90% delle imprese globali e una parte significativa dell'occupazione, spesso non hanno le risorse per perseguire gli SDGs in modo autonomo. Al contrario, fanno leva sulle collaborazioni tra più soggetti per migliorare i loro sforzi di sostenibilità. Lo studio analizza le caratteristiche dei partner efficaci che consentono alle PMI di contribuire in modo significativo agli SDGs, rivelando che il successo di una partnership dipende in larga misura dalle caratteristiche dei partner.     Utilizzando una metodologia qualitativa, questa ricerca impiega un approccio basato su un caso di studio incentrato sull'industria della moda, nota per i suoi sostanziali impatti sociali e ambientali negativi. Il caso di studio del marchio di moda WRAD, in collaborazione con diversi partner, mostra che le aziende coinvolte perseguono l'obiettivo della sostenibilità in ogni aspetto dei loro processi. Il loro contributo collettivo alla generazione di valore sostenibile è delineato in termini di dimensioni economiche, ambientali, sociali e di scopo. I risultati principali evidenziano l'importanza di una leadership proattiva, del coinvolgimento degli stakeholder e di strategie di comunicazione integrate per promuovere partnership di successo.  Lo studio suggerisce ulteriori ricerche sulle dinamiche di partnership per ottimizzare i contributi delle PMI agli SDGs. 

Link all'articolo

Le recensioni online in cui i consumatori discutono di pratiche ambientali (i.e. green eWOM) sono associate a rating più elevati, e quindi a consumatori maggiormente soddisfatti. Ma qual è il profilo dei consumatori che condivide green eWOM online? Lo studio indaga come le caratteristiche socio-demografiche dei consumatori, la tipologia di prodotto turistico (hotel, compagnia aerea, attrazione turistica) e la motivazione di viaggio (business vs. piacere) si relazionano con il comportamento di condivisione online di recensioni green. La metodologia combina text analytics ed un’analisi di regressione lineare (OLS) sulla base di tre dataset rispettivamente di 500k recensioni di hotel, 130k recensioni di servizi aerei e 22k recensioni di attrazioni turistiche. I risultati mostrano come i clienti business, asiatici, di sesso maschile, appartenenti alla Generazione Z e che soggiornano presso catene alberghiere siano maggiormente associati a comportamenti di condivisione online di green eWOM. Inoltre, i consumatori condividono più spesso green eWOM quando recensiscono attrazioni turistiche, piuttosto che hotels o compagnie aeree, ed il Paese di origine influenza il green eWOM diversamente nei vari contesti di servizio analizzati. 

Link all'articolo

Un numero sempre maggiore di consumatori domanda alimenti naturali, e questo vale anche per il vino.    Sebbene i consumatori di vino siano sempre più interessati al vino naturale, la sua definizione non è ancora chiara, in quanto mancano standard universali che regolino la produzione di questo tipo di vino.    Gli studiosi sostengono che le caratteristiche del vino naturale potrebbero essere vaghe e, pertanto, la percezione del vino naturale può essere eterogenea tra i consumatori. Questo studio si interroga se la percezione di ciò che è naturale o meno possa influenzare il comportamento di scelta del vino da parte dei consumatori, concentrandosi su quegli attributi che i consumatori possono utilizzare per dedurre la sua naturalità.    Un'indagine condotta in Italia su 340 consumatori di vino rosso ha permesso di determinare i fattori che determinano la frequenza di consumo del vino e la struttura delle preferenze.    Attraverso un esperimento di scelta, questa ricerca indaga l'effetto di un'indicazione di vino naturale (“naturalità oggettiva”) e l'effetto delle percezioni personali di naturalità (“naturalità soggettiva”) sulla valutazione dei consumatori per gli attributi generalmente legati alla produzione di vino naturale e sulla loro volontà marginale di pagare per tali attributi.    I risultati mostrano che i consumatori associano per lo più il vino naturale a tecniche di vinificazione “artigianali” e che il comportamento di scelta del vino può essere influenzato dal fatto che un vino sia percepito come naturale o meno. Tuttavia, i risultati sono contrastanti quando si controlla per l'effetto della naturalità “oggettiva” e “soggettiva” del vino.   Infine, i risultati mostrano che gli intervistati sono disposti a pagare un sovrapprezzo per gli attributi legati alla produzione di vino naturale, come le certificazioni ecologiche e le tecniche di vinificazione, ma non per l'affermazione di “vino naturale”.    Vengono suggeriti ulteriori argomenti di ricerca.  

Link all'articolo